
L’ombra della Cina torna a incombere su TikTok. L’Autorità per la protezione dei dati irlandese (DPC), l’organismo capofila per la vigilanza sulla privacy nell’Unione Europea, ha avviato una nuova indagine formale contro il colosso cinese dei social media. L’accusa è grave: trasferimento non autorizzato dei dati degli utenti europei verso server situati nella Repubblica Popolare Cinese.
Secondo quanto emerso, TikTok avrebbe violato le norme previste dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che impongono stringenti restrizioni sul trattamento e la conservazione delle informazioni personali dei cittadini europei al di fuori dei confini dell’Unione.
La DPC irlandese ha confermato l'apertura dell’inchiesta a seguito di “preoccupazioni fondate” relative alle modalità con cui i dati – compresi quelli sensibili – sarebbero stati accessibili da personale in Cina, senza un’adeguata base giuridica e senza trasparenza nei confronti degli utenti.
Questa non è la prima volta che TikTok si trova al centro di controversie in materia di privacy. Già in passato l’azienda è stata multata per violazioni simili, compresi trattamenti scorretti dei dati dei minori. Tuttavia, la portata transfrontaliera di questa nuova indagine potrebbe aggravare ulteriormente la sua posizione nell’UE.
TikTok, da parte sua, ha dichiarato di essere “impegnata a rispettare le normative europee” e ha sottolineato di aver implementato un’iniziativa chiamata Project Clover, pensata per rafforzare le misure di sicurezza dei dati in Europa. Ma per le autorità europee, le rassicurazioni dell’azienda potrebbero non bastare.
L’indagine irlandese, che potrebbe durare mesi, si inserisce in un contesto geopolitico delicato, in cui la tutela della privacy digitale si intreccia con le crescenti tensioni tra Bruxelles e Pechino. Se le accuse verranno confermate, TikTok rischia sanzioni economiche pesanti e nuove restrizioni sul mercato europeo.
Nel frattempo, cresce l’attenzione da parte dei governi e delle autorità nazionali, mentre milioni di utenti europei si interrogano sulla reale sicurezza dei propri dati personali.