
Il fenomeno del cyberbullismo continua a estendersi con rapidità in tutta Europa, alimentato dall’uso sempre più precoce e intensivo dei dispositivi digitali tra bambini e adolescenti. Se da un lato internet offre opportunità formative e relazionali, dall’altro espone i più giovani a rischi che spesso si manifestano lontano dallo sguardo degli adulti.
Un trend in crescita diffuso a livello continentale
Negli ultimi anni scuole, associazioni e istituzioni europee hanno segnalato un incremento costante delle segnalazioni di comportamenti offensivi, minacce, diffusione non autorizzata di immagini e contenuti denigratori. Il quadro che emerge è trasversale: il cyberbullismo non risparmia nessuna fascia sociale né geografica, coinvolgendo tanto i Paesi del Nord quanto quelli del Sud del continente.
I Paesi più esposti
Sebbene l’aumento sia generalizzato, alcuni Paesi risultano particolarmente esposti, complice un utilizzo intensivo dei social network tra i giovanissimi e una minore consapevolezza dei rischi digitali. Stati con elevato tasso di connessione e forte presenza di piattaforme social nella quotidianità degli adolescenti registrano infatti un numero superiore di episodi, soprattutto tra gli 11 e i 15 anni.
In diversi Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale, dove l’accesso allo smartphone è quasi universale già nella preadolescenza, le scuole hanno evidenziato una crescita più rapida del fenomeno. Anche alcune nazioni dell’Europa meridionale mostrano un trend in rialzo, spesso legato a un uso poco supervisionato dei dispositivi digitali.
Le forme più diffuse
Tra gli episodi più frequenti si riscontrano:
- insulti e derisioni sui social,
- esclusione intenzionale da chat o gruppi online,
- diffusione virale di foto o video senza consenso,
- creazione di profili falsi per colpire la vittima,
- minacce o pressioni psicologiche tramite messaggi privati.
Queste dinamiche, anche quando non sfociano in episodi eclatanti, hanno conseguenze profonde sul benessere emotivo dei minori, incidendo sull’autostima, sul rendimento scolastico e sulle relazioni sociali.
Le risposte istituzionali
Di fronte a un fenomeno che non conosce confini, numerosi Paesi europei stanno rafforzando la normativa e i programmi di prevenzione. In molte scuole sono stati introdotti percorsi di educazione digitale, mentre aumentano gli sportelli di supporto psicologico e le campagne rivolte alle famiglie. Tuttavia, gli esperti sottolineano che la sola repressione non basta: la prevenzione deve partire dalla consapevolezza e da un uso responsabile della rete.
Un impegno comune da rafforzare
Il cyberbullismo rappresenta oggi una delle principali sfide sociali legate al mondo digitale. Contrastarlo richiede un’azione coordinata: istituzioni, scuole, genitori e piattaforme online devono collaborare affinché internet resti un luogo di opportunità, non un terreno fertile per l’aggressività.
Il fenomeno cresce, ma cresce anche l’attenzione. Il futuro dipenderà dalla capacità di tradurre questa consapevolezza in strumenti efficaci per proteggere i minori e garantire loro un ambiente digitale più sicuro.