
Il Parlamento europeo rilancia il tema della sovranità digitale e lancia un appello deciso agli Stati membri: servono investimenti strategici e riforme strutturali per ridurre la dipendenza dell’Unione dalle grandi piattaforme tecnologiche statunitensi e cinesi. È quanto emerge da una risoluzione approvata a larga maggioranza dall’assemblea di Strasburgo, che mette in evidenza i ritardi accumulati dall’Europa in settori chiave come il cloud computing, l’intelligenza artificiale e la produzione di semiconduttori.
I deputati europei sottolineano l’urgenza di consolidare l’autonomia digitale dell’UE attraverso una politica industriale ambiziosa, orientata alla promozione dell’innovazione, del know-how europeo e della sicurezza informatica. “La dipendenza dalle big tech è un rischio strategico per la democrazia, la privacy dei cittadini e la competitività dell’economia europea”, si legge nel testo votato.
Tra le misure sollecitate, figurano il rafforzamento del programma “Digital Europe”, il sostegno a start-up e PMI tecnologiche europee e una maggiore sinergia tra Stati membri per la creazione di infrastrutture digitali comuni. Attenzione particolare è rivolta anche alla formazione digitale e allo sviluppo di competenze tecnologiche, considerate essenziali per colmare il gap con Stati Uniti e Cina.
Il Parlamento invita inoltre la Commissione europea a vigilare sull’applicazione del Digital Markets Act e del Digital Services Act, le nuove normative europee volte a regolamentare il potere di mercato delle grandi piattaforme e garantire un ecosistema digitale più equo e trasparente.
La risoluzione, pur non vincolante, rappresenta un chiaro segnale politico in vista della nuova legislatura europea e rafforza l’orientamento verso un’Europa digitale più autonoma, resiliente e sovrana.