
Negli ultimi anni l’Unione Europea ha compiuto un salto decisivo nella tutela dei minori online, imponendo controlli più rigidi per accedere ai siti per adulti. Al centro dell’azione c’è il Digital Services Act (DSA), che obbliga le piattaforme a garantire misure di “age assurance” per contenuti riservati ai maggiorenni.
Il progetto pilota UE: chi partecipa e come funziona
La Commissione europea ha lanciato un modello comune di verifica dell’età, rilasciato il 14 luglio 2025. Si tratta di un’app white-label open source, progettata per essere privacy-friendly: l’utente può dimostrare di avere almeno 18 anni senza rivelare altri dati personali.
La seconda versione del blueprint, pubblicata a ottobre 2025, introduce anche l’uso di passaporti o carte d’identità per l’onboarding, oltre al supporto per l’API delle Digital Credentials.
Cinque Paesi sono coinvolti nella fase pilota: Italia, Francia, Spagna, Danimarca e Grecia. (Strategia Digitale Europea) L’app potrà essere integrata nei futuri portafogli d’identità digitale nazionali o distribuita come app autonoma negli store.
Cosa cambia nei singoli paesi
- Italia: AGCOM ha ottenuto un ruolo chiave nel progetto pilota. Secondo la delibera 96/25/CONS, i gestori di siti per adulti devono adottare sistemi affidabili, che usino fornitori terzi per la verifica (es. SPID, documenti), e trasmettano alle piattaforme solo una “prova dell’età” anonima.
- Francia: l’autorità ARCOM ha già adottato un quadro tecnico obbligatorio. In caso di mancata verifica dell’età, può imporre sanzioni (fino al 4% del fatturato) o bloccare i siti.
- Spagna: prevede sistemi di verifica per contenuti audiovisivi “dannosi”, tra cui la pornografia. Inoltre, ha in programma un portafoglio digitale (“Cartera Digital Beta”) che includerà la funzionalità di verifica dell’età.
- Danimarca e Grecia: partecipano al pilota dell’app UE, preparandosi a soluzioni che rispettino le linee guida comuni.
- Germania: richiede già verifiche digitali dell’età per contenuti per adulti e prevede anche filtri parentali.
Privacy e protezione dei dati
Una delle sfide principali è bilanciare la protezione dei minori con il rispetto della privacy degli adulti. Secondo il progetto UE, il fornitore dell’attestazione di età non conosce i siti su cui si usa la “prova”: allo stesso tempo, il sito che riceve la prova sa solo che l’utente è maggiorenne, senza dati personali.
In Italia, il modello AGCOM prevede un doppio anonimato: la “prova dell’età” rimane sul dispositivo dell’utente e non viene memorizzata dai servizi.
Verso il portafoglio digitale europeo
Questa applicazione pilota è vista come un passo intermedio verso il Portafoglio d’identità digitale dell’UE (European Digital Identity Wallet), che dovrebbe essere operativo entro la fine del 2026.
Grazie a questa infrastruttura, il meccanismo di verifica dell’età potrà diventare parte integrante dell’identità digitale europea, garantendo standard elevati di sicurezza e interoperabilità tra paesi.