
Il 2025 conferma una tendenza che gli esperti di cybersicurezza denunciano da anni: le password più utilizzate dagli utenti restano sorprendentemente prevedibili. In Italia, la classifica vede ancora ai primi posti sequenze numeriche elementari come “123456”, seguite da varianti poco più elaborate. Questo comportamento espone milioni di persone a rischi concreti, poiché tali combinazioni possono essere indovinate in pochi secondi da strumenti automatici.
Il fenomeno non riguarda solo il nostro Paese. A livello globale, la situazione non è molto diversa: anche all’estero gli utenti preferiscono parole comuni, date di nascita o riferimenti calcistici e pop, tutti elementi facilmente individuabili. Gli attacchi informatici che sfruttano database di password note continuano così a essere estremamente efficaci.
La persistenza del problema evidenzia una mancanza di consapevolezza diffusa. Gli specialisti ricordano che una buona password dovrebbe includere caratteri maiuscoli e minuscoli, numeri e simboli, oltre a non essere riutilizzata su servizi diversi. L’uso dei gestori di credenziali offre un supporto essenziale per creare e memorizzare codici complessi senza difficoltà.
Con l’aumento delle violazioni informatiche e la crescente quantità di dati personali condivisi online, migliorare le proprie abitudini digitali non è più un’opzione ma una necessità. Una password robusta rappresenta ancora oggi la prima linea di difesa contro intrusioni e furti di identità.