
Entro il 2040, potremmo vivere in un mondo dove ogni essere umano è connesso a internet, in ogni angolo del pianeta, senza interruzioni, barriere geografiche o politiche. Fantascienza? Non più. L’idea di un’internet planetaria, globale e accessibile a tutti, è oggi al centro di ambiziosi progetti tecnologici e geopolitici. Ma a che punto siamo davvero? E quali sfide restano da superare?
Satelliti, droni e cavi sottomarini: l’infrastruttura di domani
Negli ultimi anni, colossi tecnologici come SpaceX, Amazon e OneWeb hanno lanciato progetti per portare la connessione internet ovunque, soprattutto nelle aree rurali e isolate. Starlink, la costellazione di satelliti in orbita bassa creata da Elon Musk, è il simbolo più visibile di questa nuova corsa allo spazio digitale. Con oltre 6.000 satelliti già in orbita e l’obiettivo di superare i 30.000, il progetto mira a fornire connettività a bassa latenza e alta velocità a livello globale.
Allo stesso tempo, Google e Meta hanno sperimentato droni e palloni aerostatici per trasmettere segnali in aree prive di copertura. Sul fronte più “tradizionale”, si continua a investire massicciamente nei cavi sottomarini che connettono continenti e data center, assicurando la dorsale dell'infrastruttura globale.
La corsa all’accesso: connettività come diritto umano?
Oggi, circa 2,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso stabile a internet, secondo i dati ONU. L’obiettivo di una connettività universale non è solo tecnologico, ma anche etico: per molte organizzazioni internazionali, garantire l’accesso a internet è diventato sinonimo di garantire il diritto all’informazione, all’istruzione e alla partecipazione democratica.
Tuttavia, l’espansione della rete non è esente da interrogativi. Chi controllerà l’internet planetaria? Le grandi aziende private? I governi? O un nuovo organismo sovranazionale? La governance di una rete realmente globale potrebbe diventare uno dei nodi politici più delicati dei prossimi decenni.
Le sfide: ambiente, sicurezza, censura
Portare internet ovunque comporta anche conseguenze ambientali e sociali. Le migliaia di satelliti in orbita sollevano preoccupazioni sull’inquinamento spaziale. L’uso massiccio di energia da parte dei data center pone interrogativi sulla sostenibilità. Sul piano della sicurezza, una rete globale sarà esposta a cyberattacchi di portata inedita.
Non ultimo, c’è il tema della censura: un’internet planetaria potrebbe aggirare i regimi autoritari? O al contrario questi governi troveranno nuovi strumenti per controllarla, anche attraverso accordi con le aziende tech?
2040: connessione garantita o promessa mancata?
A meno di 15 anni da quella soglia simbolica, gli sviluppi sono rapidi ma disomogenei. Le tecnologie ci sono, le risorse anche. Ma per costruire un’internet davvero planetaria servirà più di una rivoluzione ingegneristica: sarà necessario un nuovo equilibrio tra profitto, etica e cooperazione internazionale.
La domanda dunque non è solo “se” ci sarà un’internet planetaria entro il 2040, ma “quale” internet sarà. Aperta, libera e condivisa? O frammentata, sorvegliata e a più velocità?
Il futuro della rete sarà forse il futuro dell’umanità stessa. E si deciderà oggi.